Esfoliazione accelerata dovuta all’applicazione di un agente chimico sulla superficie cutanea che promuove il rinnovamento cellulare della pelle donandole un aspetto più sano, più tonico, più disteso e migliorandone la levigatezza e la luminosità.
Le modificazioni a livello cutaneo si verificano attraverso tre meccanismi:
- stimolazione del rinnovamento epidermico attraverso la rimozione dello stato corneo più superficiale
- distruzione di strati di cute che presentano specifici problemi che vengono così sostituiti da cute normale (per esempio macchie e cheratosi solari);
- induzione di una risposta infiammatoria nei tessuti più profondi con stimolazione della formazione di nuovo collagene.
Le sostanze maggiormente utilizzate sono: acido glicolico, citrico, tricloroacetico, salicilico, piruvico, cogico, ecc....
Sono considerati un trattamento ottimale in caso di seborrea, pori dilatati, acne, cicatrici residue, ipercromie superficiali (macchie), smagliature e rughe.
Fin dalla prima applicazione, assolutamente indolore, che richiede normalmente una durata di quindici minuti, si assiste ad un visibile miglioramento clinico per quanto riguarda la luminosità, la levigatezza e l’elasticità della cute. Il trattamento va ripetuto, in genere, cinque-sei volte, a cadenza mensile.
Dopo il peeling è consigliata una buona idratazione e fotoprotezione.
Un nuovo ed efficace peeling è la maschera all'acido retinoico.
L’acido retinoico, o tretinoina, è una molecola conosciuta ed usata da lunghissimo tempo per la terapia dell’invecchiamento cutaneo, dell’acne e delle discromie. Le sue proprietà lo rendono estremamente efficace ed unico nel suo genere. Esso ha infatti la capacità di regolarizzare la secrezione sebacea, assottigliare lo strato corneo, ispessire l’epidermide, organizzare la distribuzione della melanina e, soprattutto, agendo su recettori specifici, riesce a raggiungere il nucleo cellulare e modulare la trascrizione genica; è quest’ultima la sua caratteristica più importante nella terapia dell’invecchiamento cutaneo fotoindotto (invecchiamento dovuto all’esposizione al sole): i raggi ultravioletti inducono degli errori nella trascrizione di alcuni geni che vengono corretti dall’acido retinoico. L’applicazione costante di retinoico sulla pelle può però portare alla comparsa di una reazione avversa definita in letteratura come “dermatite da retinoidi” che si manifesta con arrossamento, bruciore, prurito, esfoliazione ed anche edema palpebrale. Per questo motivo la tretinoina viene utilizzata in medicina sotto forma di creme o lozioni a bassa concentrazione: ovvero si parla di creme allo 0,025-0,05 % fino ad arrivare a lozioni che raggiungono al massimo l’ 1%. La maschera contenete acido retinoico al 5-10-15% consente, invece, di utilizzare alte concentrazioni senza avere reazioni avverse riducendo notevolmente i tempi di comparsa dei risultati clinici. La maschera proprio per la sua natura di “forma farmaceutica occlusiva”, aumentando la biodisponibilità del principio attivo, consente di ottenere una massima penetrazione dell’acido retinoico riducendo notevolmente il numero di applicazioni e la loro frequenza. Se la crema a bassa concentrazione deve essere applicata 2 volte al dì continuativamente per 3-4 mesi, la maschera può essere applicata ogni 7-14 giorni per un numero di sedute che varia in base alla pelle che ci si appresta a trattare. Creme e lozioni permangono sulla cute mentre la rimozione della maschera indurente permette di ridurre la permanenza del retinoico sulla pelle. Inoltre la forma occlusiva intrappola acqua all’interno della pelle inibendo la traspirazione cutanea: l’acqua svolge un’azione antinfiammatoria. Tutto ciò rende praticamente nulla l’incidenza di comparsa della reazione da retinoidi e consente quindi il raggiungimento del risultato clinico in tempi rapidi e senza disagi per il paziente. In conclusione, l’uso dell’acido retinoico in maschera è un concetto nuovo che supera i limiti della tradizionale forma in crema o lozione.